stampa critica
G I O R N A L I S M O I N D I P E n D E N T E
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G I O R N A L I S M O I N D I P E n D E N T E
Numero 04/2016
Martina Annibaldi
Ricorre il 21 Marzo la XXI Giornata delle memoria e dell’impegno in ricordo di tutte le vittime innocenti di mafia organizzata da Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie. Quello di Rossella Casini sarà uno tra i tanti, troppi, nomi che risuoneranno in Piazza Duomo a Messina, città scelta per ospitare l’evento.
Rossella aveva 25 anni quando è stata uccisa dalla ‘ndrangheta. Era il 22 Febbraio 1981. Fiorentina, studentessa di psicologia, una famiglia normale, Rossella appartiene ad un mondo che con la ‘ndrangheta ha davvero poco a che fare. Se non fosse stato per quel suo grande amore. Francesco studia economia, abita nella stessa palazzina di Rossella, nel 1978 si conoscono e, poco dopo, si fidanzano. Il cognome di Francesco sarà la condanna a morte di Rossella. Frisina. Quei Frisina che, insieme al clan dei Gallico, sono coinvolti in una sanguinosa faida con le famiglie rivali dei Parrello-Condello sul territorio di Palmi ( in provincia di Reggio Calabria) che, dalla fine degli anni Settanta, durerà più di un decennio. Tra le vittime della guerra tra clan, appena un anno dopo l’inizio della relazione, c’è anche Domenica Frisina, il padre di Francesco, che viene freddato da due sconosciuti. Rossella in quel periodo fa la spola tra Firenze e Palmi, conosce la famiglia del fidanzato, inizia a nutrire i primi sospetti. I suoi timori si rivelano fondati quando, il 9 Dicembre 1979, anche Francesco viene ferito alla testa durante un agguato. La reazione di Rossella è immediata: lo raggiunge a Palmi e lì richiede il trasferimento in una clinica neurochirurgica di Firenze. A Rossella, però, salvare la vita di Francesco non basta. Capisce che per sopravvivere non basta una corsa in ospedale, che per vivere è necessario allontanare lo spettro inquietante della mafia. La forza del suo amore convince Francesco a rompere il muro di omertà costruito intorno alla sua famiglia. Francesco si pente e insieme raccontano al procuratore di Firenze, Francesco Fleury, quello che sanno sui fatti che insanguinano la città di Palmi. Francesco si trova a Torino, dove si è trasferito dopo il pentimento, quando viene raggiunto dal cognato, Pino Mazzullo, che lo convince a ritrattare. Passano pochi giorni ed i due vengono arrestati. Rossella non si dà pace, vuole salvare Francesco, di nuovo. Ritratta a sua volta ma, ormai, per i Frisina rappresenta un pericolo. Nel Febbraio del 1981, a pochi giorni dall’inizio del processo, scende a Palmi. È il 22 Febbraio quando chiama il padre per avvisarlo del suo rientro, da quel giorno Rossella Casini sparisce nel nulla. Vane le indagini, vani gli appelli dei genitori. Passeranno 13 anni prima che arrivi il pentito palermitano Vincenzo Lo Vecchio a far luce sulle trame di questa oscura vicenda. Secondo la sua ricostruzione Rossella Casini sarebbe stata rapita, violentata, fatta a pezzi e gettata nel mare di Palmi su iniziative della famiglie Gallico e Frisina.
Il padre di Rossella, abbandonato dalle Istituzioni, apprende la notizia della morte della figlia dalle pagine del giornale La Nazione.
Il processo, iniziato nel Marzo del 1997, è segnato da una serie di intoppi procedurali e di questioni in tema di competenza. Il pm richiede l’ergastolo per i tre imputati coinvolti, ma, dopo nove anni di processo, finiscono per essere tutti assolti con la formula del dubbio.
Sono passati venticinque anni da quando una studentessa fiorentina è stata uccisa perché l’amore le imponeva di rompere l’omertà mafiosa. Venticinque anni e nessuna verità.
Rossella Casini: morta di mafia per amore
lunedì 29 febbraio 2016