stampa critica
G I O R N A L I S M O I N D I P E n D E N T E
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G I O R N A L I S M O I N D I P E n D E N T E
Numero 04/2016
Simone Cerulli
La storia di due finanzieri vittime dei contrabbandieri
Acqua Chiara, pochi chilometri a nord di Brindisi. Sono più o meno le undici di sera di sedici anni fa, quando dei piccoli scafi attraccano e cominciano a scaricare la merce. Ad attenderli ci sono degli strani automezzi: semplici fuoristrada, dai quali però spuntano inconsuete protuberanze metalliche, che li fanno assomigliare a piccoli carri armati. Almeno uno di questi è sicuramente un Range Rover, al quale un ingegnoso meccanico ha agganciato quella che ricorda la parte anteriore di un treno a vapore. Dalle imbarcazioni si comincia a scaricare, mentre chi aspettava da terra contemporaneamente riempie le macchine. Una volta finito, tutti si allontanano. A fari spenti, al buio, i convogli si avviano furtivamente verso l’entroterra, in direzione dei bunker. Nel frattempo, però, una squadra della Guardia di Finanza si muove per intercettarli: si tratta infatti di contrabbandieri, e i fuoristrada sono carichi di sigarette. Una delle piccole Fiat Punto corre verso la Statale 379, alle porte della città, e al chilometro 46 incrocia proprio la Range Rover. All’interno della volante ci sono quattro militari: il vicebrigadiere Alberto De Falco, calabrese di 33 anni, il finanziere scelto Antonio Sottile, 29 anni, casertano, il vicebrigadiere Edoardo Roscica, 28 anni, di Catania, e l'appuntato Sandro Marras, 33 anni, cagliaritano. Il fuoristrada, sempre a fari spenti, nel momento in cui si vede braccato non ha che una scelta. In fondo a questo è servito mettere quel rostro sul paraurti, allora sterza rapidamente e prende in pieno la misera vettura dei quattro finanzieri, che si accartoccia su se stessa.
De Falco e Sottile sono seduti davanti, e muoiono sul colpo. Gli altri due saranno trasportati, poi, di corsa all’ospedale ma rimarranno a lungo in gravi condizioni.
I due alla guida del piccolo blindato, invece, rimangono illesi. Ma il loro mezzo è incastrato, e non posso proseguire se non a piedi. Allora scappano tra le campagne, ma dimenticano nell’auto i loro telefoni cellulari. Quando le altre pattuglie accorrono per prestare soccorso ai colleghi, mentre i Vigili del Fuoco sono costretti ad aprirsi un varco tra le lamiere con le motoseghe per estrarre i corpi dei due, troveranno dunque all’interno della jeep i due telefoni, e nemmeno ventiquattro ore dopo i due verranno arrestati. Si tratta di Giuseppe Contestabile, 29 anni, appartenente a una famiglia di contrabbandieri del Brindisino, che ha confessato di essere stato alla guida del blindato, e di Adolfo Bungaro, 39 anni, che stava seduto alla sua destra.
Entrambi sono stati condannati poi nel 2002 a dieci anni di carcere ciascuno, perché riconosciuti colpevoli di "omicidio per colpa cosciente" e non di "omicidio con dolo diretto" come chiedeva il pm.
Ad ogni modo, questo incidente ha segnato un punto di svolta, decretando la fine, come in molti hanno riconosciuto, del contrabbando di sigarette a Brindisi e in Puglia. Dopo questo episodio, infatti, è partita la cosiddetta Operazione Primavera, che ha spazzato via in un paio di mesi un fenomeno di enorme portata e di lunga durata.
Non potendo più far finta di nulla, lo Stato ha dispiegato infatti una quantità massiccia di militari, blindati e quant’altro, mentre fino a un giorno prima, per vent’anni, le forze dell’ordine avevano fronteggiato il problema con mezzi al limite del ridicolo. De Falco e Sottile, con la loro minuscola Punto, hanno funto da vittime sacrificali contro un mostro che, fino al momento in cui aveva agito nel silenzio generale, spadroneggiava con i suoi potenti mezzi. Solo la loro morte ha fatto abbastanza rumore da smuovere le acque.
Quella pietra che ora sorge sulla Statale 379, e che porta i loro nomi, si aggiunge a quei tanti piccoli monumenti che dovrebbero ricordarci che è bene agire al momento opportuno, non quando è già troppo tardi.
De Falco e Sottile, vittime sacrificali
lunedì 29 febbraio 2016