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G I O R N A L I S M O    I N D I P E n D E N T E  la voce degli ultimi

Registrazione Tribunale di Roma n°9/2011 del 20 gennaio

Numero 04/2016

Direttore Responsabile Claudio Caldarelli - Direttore Editoriale Eligio Scatolini - Coordinatrice di Redazione Patrizia Vindigni - Vice Coordinatore di redazione Carlo Faloci - webmaster Eligio Scatolini

 

EDITORIALE

La SATIRA IN PILLOLE di

Marco Camillieri


Unioni civili, Monica Cirinnà annuncia addio alla politica.

Troppa la delusione per il mancato appoggio del partito in cui aveva riposto tutte le sue speranze, il M5S





 PRIMO PIANOPrimo_Piano/Primo_Piano.htmlPrimo_Piano/Primo_Piano.htmlshapeimage_2_link_0

Carla Caiazzo si sta riprendendo

di Immacolata D’Angelo


Carla riprende a respirare da sola: a dare la notizia è il consigliere comunale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli

Bruciata viva dal compagno. Dopo giorni di agonia la giovane donna riprende a respirare da sola e può tornare alla vita normale. A dare la notizia è il consigliere comunale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli. Si inizia ad intravedere il sole alla fine del tunnel. Un caso di femminicidio che sembra concludersi diversamente

Un caso di femminicidio a colori. Dopo giorni di tensione, paura, agonia e rabbia arriva la notizia che tutti aspettavano: Carla Caiazzo, bruciata viva dal compagno sta meglio. Può abbracciare per la prima volta  la figlia che portava in grembo che si è salvata solo grazie alla tempestività e alla bravura dell’equipe medica guidata dal professor Sirimarco. La piccola, purtroppo, sino ad oggi non è mai potuta stare tra le braccia della madre e ricevere quel calore ,materno di cui tutti i neonati hanno bisogno. A prendersi cura di lei, oltre ai familiari di Carla, sono stati i medici della Terapia intensiva prenatale, un reparto che ha “adottato” la piccola Giulia Pia. 

....Continua

ARTE E CULTURA e CINEMAArte_Cultura_e_Cinema/Arte_Cultura_e_Cinema.html
RUBRICHERubriche/Rubriche.htmlRubriche/Rubriche.htmlshapeimage_4_link_0
ATTUALITA’Attualita/Attualita.html
Siamo bellezza
Il mio approccio alla vita è quello di un musicista, di un pittore, di un poeta: la gioia dev’essere il sapore dell’amore e la sua bellezza dev’essere assaporata come una ciliegia che al suo apice ha un’altra ciliegia. 
di Claudio CaldarelliAttualita/Voci/2016/2/29_Siamo_bellezza.html
Wrong  – Quentin Dupieux
Folgorato da Rubber, ho cercato ansiosamente quello che i più considerano come il vero capolavoro di Dupieux e... sorpresa, resto innamorato di Rubber. 
di Marco CamillieriArte_Cultura_e_Cinema/Voci/2016/2/29_Wrong_Quentin_Dupieux.html
Il “Paese del sole” grida: aiuto
Napoli: altri due casi di femminicidio
Dopo il terrificante caso di Carla Caiazzo a Pozzuoli, seguono altri due casi di femminicidio per le strade partenopee. 
di Immacolata D’AngeloAttualita/Voci/2016/2/29_Il_Paese_del_sole_grida__aiuto.html
Coppie gay: presunzione di colpevolezza
L'amore omosessuale è ancora purtroppo una questione aperta e lo sarà a lungo, finché il mondo delle realtà sensuali sarà sbarrato di proibizioni, le più pericolose delle quali nascono dall'ignoranza, dall'educazione e dal linguaggio. Se il tanto atteso disegno di legge in materia di unioni civili, che non prevede l'adozione del figlio del partner, tra limiti e contraddizioni non risponde alla richiesta di pari diritti e dignità espressa dalle persone omosessuali è perché in Italia persiste una paura irrazionale dell'omosessualità. L'amore tra uguali è ancora colpevole, è ancora l'amore che "non osa pronunciare il suo nome". Così lo definì Oscar Wilde.
di Daniela BaronciniPrimo_Piano/Voci/2016/2/29_Coppie_gay__presunzione_di_colpevolezza.html
1946: donne al voto
“E’ ordinata la compilazione delle liste elettorali femminili in tutti i comuni”. Inizia così l’articolo 2 del decreto legislativo luogotenenziale del 1946 n°23 con il quale si estendeva il voto alle donne. 
di Patrizia VindigniAttualita/Voci/2016/2/29_1946__donne_al_voto.html

I valori d’inquinamento a Taranto superano ogni record

di Ludovica Morico


Una volta, durante un viaggio, ho attraversato la città di Taranto.

Quello che appare agli occhi di chi non la conosce, non conosce la sua storia e non la conosceva diversi anni fa, è una città cupa, nera, con i palazzi che hanno preso sfumature di colore rosso a causa delle sostanze inquinanti presenti nell’aria. E soprattutto la puzza, una puzza che entra nel naso e arriva fino al cervello.

La prima domanda che ti fai è: “Ma come fa questa gente a vivere ancora qui?”. Poi pensi: ma infondo queste persone qui ci sono nate, perché devono andarsene? Perché non se ne va tutto lo schifo anziché andarsene le persone?

In un recente articolo de Il Fatto Quotidiano, emergono dati a dir poco agghiaccianti: il quartiere Tamburi di Taranto, adiacente allo stabilimento del’Ilva, ha registrato un livello di inquinamento al di sopra di ogni valore mai visto prima. Dati, questi, di cui il Governo era a conoscenza, ma che ha preferito non divulgare.

....Continua

Ancora discariche a Montichiari, la Terra dei Fuochi del Nord

di Angelica Basile


La Terra dei Fuochi continua a far parlare, soprattutto da quando i suoi limiti geografici sono stati ampliati alle aree del Nord Italia. Le ultime notizie arrivano da Montichiari, un piccolo comune in provincia di Brescia, che conta 25 mila abitanti e ben 16 discariche. Una di questa, precisamente la Bernardelli, della frazione di Vighizzolo, addirittura potrà essere ampliata. Tutto questo grazie ad una nuova sentenza del Tar di Milano. Precedentemente la Regione Lombardia si era espressa in direzione completamente opposta, tentando di vietare quella che sembrava una via legale per l’incremento di veleni in una zona già martoriata.

I cittadini, ovviamente, sono sul piede di guerra. Non riescono a spiegarsi come sia possibile che in un’area tanto piccola si possa concentrare un tasso così alto di rifiuti, spesso anche tossici. Si sentono piccoli, troppo piccoli, di fronte al potere dei grandi che gestiscono faccende scottanti come quelle delle discariche italiane.


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“Petaloso”, elogio dell’errore
Tra mille anni, gli storici della lingua italiana si ritroveranno a studiare, a ricercare e a utilizzare come fonte per i loro studi un compito in classe di una scuola elementare del lontano 2016. 
di Lamberto RinaldiAttualita/Voci/2016/2/29_Petaloso,_elogio_dellerrore.html

Vincenzo Amendola: Morire per una donna, a soli 18 anni


di Sara Di Paolo


Morire a 18 anni. Essere giustiziato, per essersi vantato di essere l’amante della moglie di un boss. A Napoli succede anche questo. A Napoli, la “bravata” di un ragazzino non resta tale.

Vincenzo Amendola era scomparso dalla sua abitazione di San Giovanni Teduccio, lo scorso 5 febbraio. L’hanno ritrovato cadavere 2 settimane dopo, seppellito in un terreno agricolo.

Aveva calcato troppo la mano, doveva pagare, essere umiliato per aver fatto altrettanto con chi proprio non doveva. Come si può disonorare in questo modo i “piani alti”?

Tre sicari. Intenzioni spietate, brutali. Gli assassini volevano essere sicuri che nessuno trovasse il corpo del giovane e così avevano iniziato a costruire un box per maiali, proprio sopra il luogo dell'omicidio. Ma non solo.

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Cosa accade in Europa?


di Salvatore Calleri

(Fondazione Caponnetto)


Europa. Mai come in questo periodo si è discusso così tanto di Europa e di Unione Europea. Mai l'Unione Europea è apparsa così in crisi. Io sono sempre stato un europeista convinto e tutto sommato lo rimango anche ora. L'ho scritto più volte e lo ribadisco. Alla nascita dell'Unione Europea si deve la pace. Detto ciò però dobbiamo dire anche quali limiti ci sono oggi e soprattutto quali errori sono stati fatti. Ovviamente non possiedo la verità ma riflettere non fa mai male.


La mia generazione ha vissuto a cavallo del muro di Berlino, nel bene e nel male. Nel blocco ovest si viveva bene. Abbiamo gioito per la libertà ed abbiamo accolto i fratelli dell'est a braccia aperte negli anni successivi. A volte in modo sarcastico ed ironico... Basti pensare alla vera e propria invasione di lavavetri polacchi a cui noi tutti cittadini europei abbiamo comunque sempre voluto bene, ma su cui non mancavano numerose battute. Io all'est ci sono andato nel 1988. Ungheria e Cecoslovacchia. Paesi in difficoltà ma meravigliosi. Abbiamo accolto in UE i paesi ed i loro cittadini. Di tutto l'est.


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Ustica, ovvero la strage degli innocenti


di Massimo Salvo


Trentasei anni dopo la tragedia aerea spunta un inquietante reportage

Si scrive strage di Ustica, si legge strage di Stato. E’ questo quanto emergerebbe dal reportage che un giornalista francese, Emmanuel Ostian, ha condotto la scorsa estate e che è andato in onda qualche settimana fa, trasmesso anche da Canal Plus. In sintesi la teoria preminente è che quel 27 giugno 1980 fu un missile transalpino a centrare in pieno il Dc-9, l’aereo italiano sul quale viaggiavano 81 persone tra passeggeri ed equipaggio.

Il reportage di Ostian sembra dar credito alla versione che già circolava nelle ore immediatamente successive al disastro: il fatto, cioè, che quella sera, nei pressi del Dc-9, c’era anche un altro velivolo con a bordo nientemeno che Gheddafi. Entro quest’ottica, dunque, il bombardamento rientrerebbe nell’intento francese di far fuori il leader libico, dopo il cui fallimento, però, sarebbe stato necessario imporre il silenzio in coloro i quali avevano assistito all’azione, anche a costo di eliminarli.

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Antonio Salzano, vittima della camorra


di Simone Cerulli


Quello del Maresciallo Antonio Salzano, è uno strano omicidio. Siamo nel 1982, a San Giorgio Cremano, ed è in pieno atto la guerra tra la Nuova Famiglia e la Nuova Camorra Organizzata. Già negli anni precedenti l’escalation di guerriglia e ammazzamenti aveva mietuto numerose vittime, ma quello andava profilandosi come un anno particolarmente cruento. Siamo a febbraio, e in meno di due mesi i morti ammontavano a cinquantanove, più di uno al giorno. Quella stessa mattina, Salzano si trovava nel Palazzo di Giustizia quando, in una delle camere di sicurezza, il boss Antonio Giaccio viene ucciso a colpi di pistola da un detenuto, Michele Montagna, e il capo del clan di Forcella Gennaro Liccardi viene ferito. Pare che non fosse difficile comprare armi dal carcere, ed è accertato che Cutolo avesse amicizie nel Ministero degli Interni, cosa che gli permetteva di trasferire i detenuti a suo piacimento per organizzarne meglio gli omicidi.


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The Danish Girl

L'appassionante esplorazione della vita di Lili Elbe nell'ultimo film di Tom Hooper in una metamorfosi spirituale e in un viaggio alla ricerca di se stessi

di Barbara PolidoriArte_Cultura_e_Cinema/Voci/2016/2/29_The_Danish_Girl.html
Diritti schiacciati per sete di guadagno
di Claudio Caldarelli ed Eligio Scatolini
“Basta compromessi per sete di denaro, favoritismi e disonestà…” le parole di papa Francesco, alla platea di industriali, pesano come macigni e non danno adito ad alcun alibi. Gli industriali, capitanati dal presidente Squinzi, ricevuti per la prima volta da un papa, non si aspettavano di essere maltrattati e schiaffeggiati. Pensavano, essendo i padroni del vapore, di ricevere carezze, indulgenze e magari appalti. Ma non è andata così, Bergoglio, senza peli sulla lingua, leggendo il testo del suo intervento, durato quindici minuti, ha elencato i mali del sistema economico italiano, sottolineando che il mondo dell’impresa, di questi mali, ne ha grandi responsabilità.
L’emarginazione dei giovani, l’alto tasso di disoccupazione, la condizione di precarietà, i bassi salari, la flessibilità estrema, la gravità della situazione delle persone anziane, ma non ancora in pensione, allontanate dal mondo del lavoro e senza possibilità di essere riassunti, il lavoro sottopagato che toglie la dignità invece di darla. I diritti schiacciati dalla sete di guadagno e la libertà economica che non può diventare un assoluto, se ad andarci di mezzo sono le persone.
Un discorso preparato che non lascia dubbi, su cosa significa per la Chiesa del Pontefice, su quale strada indirizzare gli industriali, invitandoli a riflettere sui loro peccati e sulle loro disonestà. 
....ContinuaPrimo_Piano/Voci/2016/2/29_Diritti_schiacciati_per_sete_di_guadagno.htmlhttp://livepage.apple.com/shapeimage_28_link_0

Un profugo di nome Enea


di Daniela Baroncini


Sono più di sette milioni gli studenti italiani. Prima o poi tutti avranno a che fare con l'Eneide. I liceali di diciotto anni la leggono in questi giorni. Riconosco i primi due versi che mia figlia studia. Sono i versi che prima leggeva mia madre, quelli che poi ho letto io: un'eredità di parole lega le generazioni.

"Canto l'eroe che profugo da Troia venne in Italia...

...sballottato per terra e per mare...

...molto soffrí."

La parola "profugo" é nell'attacco dell'Eneide da 2000 anni. Sta lì, netta e precisa. "Profugus", in latino. Il tempo e le traduzioni non l'hanno potuta cambiare.

Prima che si compia l’anno zero Virgilio ha bisogno di un personaggio straordinario per rielaborare il mito delle origini romane, per celebrare una nuova ideologia politica assolutista e l'esplosione di una potenza dai confini extraeuropei, col Mediterraneo finalmente in pace, un grande lago privato e sicuro. Gli serve un eroe che spieghi come pochi pastori laziali abbiano potuto realizzare lo splendore di un impero con 55 milioni di abitanti, un prodotto interno lordo di 20 miliardi di sesterzi, la grandezza di Roma.

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Suffragette: la loro voce parla sempre al presente


di Riccardo Tavani


A volte il passato torna a ripresentarsi, solo che non ce ne accorgiamo. Il cinema è quella forma di eterno presente avvolto dentro le spire di un racconto, di un pensiero per immagini che ci mette davanti agli occhi questo riaffiorare del passato nella corrente che inesorabilmente trascina verso il futuro. Solo che il cinema più che al tempo che scorre bada al senso che rimane invariato, anche se sotto apparenze, vesti, e immagini diverse. È mirabilmente il caso di Suffragette. Nel film non solo si ricostruisce una pagina fondamentale nella configurazione politica, sociale e culturale dell’Europa di oggi, ma si restituisce nei suoi tratti meno edulcorati, più drammatici e violenti.


La rivendicazione per il diritto al voto, al suffragio femminile nasce con la Rivoluzione Francese, l’atto storico di fondazione della contemporaneità democratica nell’intera civiltà occidentale e nel mondo, a cavallo tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800.

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Muri e filo spinato sono barbarie


di Claudio Caldarelli


Migliaia di persone, un esodo senza fine, attraversa il mondo affrontando ogni tipo di pericolo. Aggressioni armate, banditismo, stupro, e ancora, traversare il mare senza barche, su zattere di fortuna o qualsiasi cosa si regga a galla ma che dopo poco affonda o si rovescia. Filo spinato e muri, innalzati dai paesi membri dell’Unione Europea, costruiti  apposta per fermarli. Treni fermi alle frontiere, marce di giorni e giorni, sotto la pioggia e il freddo, con i bambini in braccio e poche cose. Mancano del tutto luoghi di sosta e di accoglienza. Muoiono di fame e di freddo, i bambini.

Un corteo senza fine di intere famiglie con bambini, fuggono dalla guerra senza che una guerra sia stata dichiarata. Fuggono dagli inferni del mondo, fuggono e camminano, fuggono e muoiono, fuggono senza meta. Ad attenderli la disumanità degli Stati europei che non li accoglie, li caccia indietro, li lascia morire di stenti. Torna l’Europa dei muri e delle vergogne.

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Perfetti sconosciuti o perfettibili ma umanamente migliori...


di Milene Mucci

(Dol’s Magazine)


Mi incuriosiva andare a vedere “Perfetti sconosciuti”,film principe al box office di questi giorni .
Ho amato, del resto,  la freschezza di "Tutta colpa di Freud “di Paolo Genovese  e il cast di
” Perfetti sconosciuti “,in fondo,aveva oltre lui come regista  quasi tutti gli attori italiani che amo .
Eppure,nonostante qualche genuina risata, la sensazione a titoli di coda che scorrono e’ stata per me estremamente deludente e decisamente molto amara.
Insomma,la trama ormai la conoscete tutti.
Cellulari a vista su una tavola di una cena fra amici e tutto quello che accade condiviso fino all’ultimo “wazzap” .
Chiunque credo si sia potuto riconoscere in molte delle situazioni.

Tradimenti,bugie,scorrettezze e falsità quotidiane.
Qualcuno che si mostra da sempre come non e’ anche agli amici d’infanzia e tutto quello che apparentemente scorre serenamente ha,invece, poi altra dimensione nel chiuso del proprio privato.   
Qualche battuta  che fa sorridere ma,in sala,si tagliava col coltello la sensazione di molti lì seduti  di vedersi " allo specchio".

... continua          

Berluscoso 
Questa settimana gli italiani hanno messo la parola fine su una questione  che ha tenuto banco negli ultimi tempi, ha diviso l’opinione pubblica e creato un dibattito senza precedenti...
di Marco CamillieriAttualita/Voci/2016/2/29_Berluscoso.html

Nel 1921, l’uccisione di Pietro Ponzo


di Mario Guido Faloci


Per non dimenticare nessuno

Se “mafia” è una parola che inizia a comparire in documenti ufficiali del neo Regno d’Italia di fine ‘800, scritta con due effe, essa è anche un male che esiste da tanto, nella società italiana. Che sia quella siciliana, quella napoletana, quella calabrese, quella pugliese, questa rappresenta lo strumento principe con cui il potere soggioga gli ultimi, affinché questi non alzino la testa, non pretendano nemmeno “il giusto”, non si sottraggano alle imposizioni, dei parassiti della società.

Ma la mafia dell’alta finanza, quella degli appalti, quella degli armamenti, della droga e della tecnologia, come la conosciamo oggi, è solo l’evoluzione naturale di quella che fu un tempo. Parlando delle sue origini, si è soliti riferirsi alla cosiddetta “mafia del feudo”.


In una società rurale, come quella siciliana post-unificazione, la mafia nacque per il bisogno di mantenere l’ordine costituito, per le necessità dei baroni e della nuova classe emergente dei burgisi.

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L’uccisione dei Giammona


di Patrizia Vindigni


La bestia a volte dorme per lunghi periodi. Non è in agguato, attende solo di risvegliarsi, per agire, per cacciare, per realizzare con barbarie i propri piani, a volte per tutelare se stessa nei propri figli. All’origine dell’omicidio di Giuseppe e Giovanna Giammona, fratello e sorella, pare vi sia stato un inutile, non necessario, tentativo di difendere i figli del boss Totò Riina da un rapimento.

I Riina pare avessero avuto notizia che dei rivali, facenti parte delle cosche perdenti sul territorio, stessero preparando un piano contro di loro e che, in questo piano, fossero coinvolti i membri della famiglia Giammona. Questa ipotesi aveva portato alla decisione di eliminare i presunti responsabili di un’eventuale futura azione contro la famiglia di uno dei boss di Corleone. Dalle successive testimonianze di pentiti di Cosa Nostra, tra cui Giovanni Brusca, si è poi saputo che non solo non vi era la certezza dell’esistenza di questo piano, ma anche che i Giammona erano del tutto estranei alla parte mafiosa di Corleone.

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L’esito triste di una battaglia di civiltà


L’eretico


Quando capiremo che non siamo più vivi, se la prepotenza di pochi rallenta il cammino per i diritti di tutte le donne e di tutti gli uomini della terra?

Sembra, dice l’eretico, che il Senato della Repubblica Italiana, moribondo anzi suicida nelle sue prerogative costituzionali (artt. 57 e 58 della Costituzione) abbia preso atto  con le votazioni  sulle unioni civili che in Italia esistono tre persone che hanno il diritto di decidere per tutti.


Il primo, commenta l’eretico, è Angelino Alfano (sì, l’ex delfino di Arcore, quello che ha usato in questi giorni,  senza vergogna, l’espressione “contro natura”)   che proclama, e ne esulta, di avere portato a casa con un governo (?)-di centrosinistra-(?) tutti i punti qualificanti del programma elettorale di destra dell’ex Pdl del suo precedente padrone. In questo caso, ottenendo la cancellazione della parte sui diritti di adozione e sul dovere di fedeltà all’interno dell’unione.


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L’amore è civile

di Luca De Risi


Quanto tempo è stato necessario? Da quando è in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana, sessantotto anni. L’approvazione della nuova Legge sulla Unioni Civili al Senato, ci offre l’occasione di andarci a rileggere gli articoli 2 e 3 della nostra Carta Costituzionale. Si scopre, allora, il ‘ritardo’ con cui si è tentato di dare piena attuazione a quella ‘solidarietà’ e a quella ‘pari uguaglianza’ così chiaramente stabilite dai nostri padri costituenti, sin dal 1948. Ecco cosa recitano i due articoli:


Articolo 2: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.”


Articolo 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”

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Trent’anni dopo, in ricordo di Giuseppe Macheda


di Giusy Patera


Giuseppe Macheda, negli anni Ottanta, non ha ancora trent’anni, ed è vigile urbano a Reggio Calabria. È una città difficile Reggio, in una terra dilaniata dalla ‘ndrangheta e che proprio in quegli anni vede scoppiare la seconda ondata di guerra fra le cosche mafiose. Il compito di Giuseppe è quello di tentare di tutelare la sua città: egli fa infatti parte della squadra per la repressione dell’abusivismo edilizio. Le ispezioni vengono fatte in tutta la città, e a Macheda è toccata la zona sud di Reggio, in cui il vigile si trova a denunciare circa cinquanta persone tra imprenditori e proprietari di edifici costruiti senza permesso.

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Rossella Casini: morta di mafia per amore


di Martina Annibaldi


Ricorre il 21 Marzo la XXI Giornata delle memoria e dell’impegno in ricordo di tutte le vittime innocenti di mafia organizzata da Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie. Quello di Rossella Casini sarà uno tra i tanti, troppi, nomi che risuoneranno in Piazza Duomo a Messina, città scelta per ospitare l’evento.

Rossella aveva 25 anni quando è stata uccisa dalla ‘ndrangheta. Era il 22 Febbraio 1981. Fiorentina, studentessa di psicologia, una famiglia normale, Rossella appartiene ad un mondo che con la ‘ndrangheta ha davvero poco a che fare.  Se non fosse stato per quel suo grande amore. Francesco studia economia, abita nella stessa palazzina di Rossella, nel 1978 si conoscono e, poco dopo, si fidanzano. Il cognome di Francesco sarà la condanna a morte di Rossella. Frisina.

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Nomina sunt consequientia rerum

di Enea Morrone


Ciao Umberto. Te ne sei andato in silenzio, mentre mettevi mano al “si stampi” del tuo ultimo libro. La cerimonia funebre invece è stata musicale e solenne, laica come volevi, perché dai tuoi 20 anni non eri più cattolico, sarà stata colpa di San Tommaso, sarà stata colpa del tuo nome. Un nome che significa “splendido gigante”; anche il tuo cognome non era per caso: la tua dipartita ha suscitato una grande eco nel mondo, perché i nomi sono, quasi sempre, la conseguenza delle cose. Perché Umberto Eco lascerà, sicuramente per sempre, un ricordo di un intellettuale completo, integrato, importante ma mai ingombrante. Perché i tuoi libri - quanti ne ho letti! - non sono mai stati banali.

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La Reggia di Carditello, un patrimonio che non andrà perso


di Ludovica Morico


La Reggia di Carditello è una tenuta reale in provincia di Caserta, risalente alla metà del Settecento, l’epoca Borbonica. Un tempo utilizzata come tenuta di caccia e azienda agricola specializzata nell’allevamento di prestigiose razze equine, in giorni più vicini a noi il suo destino è stato sicuramente meno felice di un tempo.

Nel Novecento, dopo essere stata venduta al Consorzio di Bonifica del Basso Volturno, ha subito un progressivo abbandono e ripetute espoliazioni, che hanno favorito un incessante degrado.

Nel 2014 l’allora ministro dei Beni Culturali Massimo Bray ha impiegato le sue forze affinché la Reggia venisse riacquistata dallo Stato Italiano, per poi avviare un progetto di restauro e valorizzazione della stessa.

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Omicidio Agostino. Il padre riconosce “Faccia da mostro”


di Martina Annibaldi


“È lui, faccia da mostro è lui”. Non ha dubbi Vincenzo Agostino. A distanza di ventisette anni dall’omicidio del figlio Nino e della nuora Ida Castelluccio – all’epoca al quinto mese di gravidanza -  il 26 Febbraio nell’aula bunker dell’Ucciardone, a Palermo, può finalmente rivedere in faccia quell’uomo che tra l’otto ed il dieci Luglio del 1989 si presentò alla porta di casa sua cercando suo figlio. Quell’uomo è Giovanni Aiello, ex poliziotto della Squadra mobile di Palermo ed agente dei servizi segreti. Di lui hanno parlato diversi pentiti, indicandolo come uno dei personaggi chiave in molti dei più illustri omicidi commessi dalla mafia in terra siciliana tra gli anni Ottanta e Novanta. A tirarlo in ballo nelle indagini sul caso Agostino è il pentito Vito Lo Forte, che racconta di come Aiello avrebbe aiutato Antonino Madonia e Gaetano Scotto (indicati come gli esecutori dell’omicidio) a fuggire a bordo di un’auto appena dopo il crimine e ad incendiare successivamente la motocicletta utilizzata per lo stesso.

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Il caso Spotlight. Quando il giornalismo si fa cinema
Sesso e chiesa. Anni di verità nascoste, punti interrogativi, situazioni taciute. Centinaia di polveroni alzati, coperture, istinti difficili da tenere a freno.
di Sara Di PaoloArte_Cultura_e_Cinema/Voci/2016/2/29_Il_caso_Spotlight._Quando_il_giornalismo_si_fa_cinema.html
The Danish Girl: oggi è già ieri

Dentro le vesti, gli aspetti di ieri appare meglio ciò che è oggi. Potremmo anche dire: dentro le vesti, gli aspetti dell’altro si vede meglio l’identico, l’identità. 

di Riccardo TavaniArte_Cultura_e_Cinema/Voci/2016/2/29_The_Danish_Girl__oggi_e_gia_ieri.html

Diserbante glifosato


di Roberto Colasuonno


Chiamami Peroni sarò la tua birra  …

Cosi faceva un ritornello nei lontani anni settanta mostrandoci una bellissima modella  Solvi Stubing, birra prodotta come diceva il fondatore, con 4 ingredienti: Acqua, malto, granturco e luppolo.

Un boccale di birra non fà mai male?

Oggi questa domanda aspetta una valida risposta perché a quanto pare l’immagine e la purezza  della bionda che sgorga dalla bottiglia spumeggiante e prodotta con ingredienti naturali è stata oscurata da una nota alquanto negativa. Sembra che per una dozzina di case che la producono dopo alcuni controlli all’interno del prodotto sia stato riscontrato un concentrato di “diserbante glifosato”. Questo elemento seppur noto come erbicida con bassa tossicità per l’uomo (ecco il perché del suo utilizzo)  è pur sempre un erbicida,  e in alcune marche di birra ne è stato rinvenuto  quasi 300 volte superiori a 0,1 microgrammi, che è il minimo consentito dalla legge per le acque potabili.

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Ephraim ha ripreso a vivere


di Patrizia Vindigni


Progetto Tanzania

La vita di un bambino, quando si ammala, diventa un bene prezioso da salvaguardare. Una spina nel cuore per chiunque ne incroci lo sguardo, perché gli occhi sembrano più grandi, parlano di un futuro aspettato, di esperienze non vissute. Gli occhi di un bambino che soffre bucano l’anima, quelli di un bambino che si lascia morire, se non si prova a fare qualcosa, si conficcano nella mente. Si sente che occorre provare a fare con tutte le proprie forze.

Ephraim ha incontrato Padre Salvatore quando era un piccino. Il luogo è la Tanzania, in un villaggio. Ephraim aveva circa otto, nove anni. Magro, minuto, dimostrava meno degli anni già vissuti. Stava male, molto male. Padre Salvatore si rese subito conto che il bambino si stava lasciando morire, come accade quando si perde l’interesse a lottare, quando si pensa di essere un peso, quando si avverte un senso di inutilità della propria esistenza. A volte questo accade alle persone estremamente anziane, ma nelle giovani vite non ci si aspetterebbe un senso dell’esistenza legato alla propria utilità nella collettività di cui si fa parte.

....Continua

L’AMORE CHE NON OSA PRONUCIARE IL SUO NOME

Infantino (e Platini) presidente Fifa
C’è un pezzo di Italia tra i vertici del calcio. Gianni Infantino, avvocato italo-svizzero di 45 anni, è il nuovo presidente della Fifa, eletto con 115 voti contro gli 88 del suo avversario. 
di Lamberto RinaldiAttualita/Voci/2016/2/29_Infantino_%28e_Platini%29_presidente_Fifa.html
Se un petaloso fa parlare più della crisi migratoria
Tutti, ma proprio tutti hanno voluto dire la loro sulla vicenda “petaloso”. La parola, utilizzata da un bambino di terza elementare all’interno di un tema, ha stupito talmente tanto la maestra di italiano da spingerla...
di Angelica BasileAttualita/Voci/2016/2/29_Se_un_petaloso_fa_parlare_piu_della_crisi_migratoria.html
La bellezza rivelata

Boudoir disability, un progetto portato avanti da Portrait de femme, grazie a Valentina Tomirotti, giornalista, e a Micaela Zuliani, fotografa. L’incontro di due donne in un progetto e di due parole di solito distanti...
di Patrizia VindigniAttualita/Voci/2016/2/29_La_bellezza_rivelata.html
La cura del dottor Spalletti
Il tecnico toscano ha rilanciato la Roma. Per ora, però, meglio tacere…
Forse sarà primadonna, prolisso, incurante delle tradizioni (vedi il caso Totti). Eppure Luciano Spalletti è il medico giusto per questa Roma.
di Massimo SalvoAttualita/Voci/2016/2/29_La_cura_del_dottor_Spalletti.html
COMUNICATOAttualita/Voci/2016/2/15_COMUNICATO.html

ASSOCIAZIONE STAMPA ROMANA

inNatura vuole  raccontare una storia. Niente d’inedito, è una storia narrata mille volte: quella della relazione tra noi, gli umani, e il nostro ambiente.

Le mille voci che l’hanno raccontata ci hanno collocati, in tempi e modi diversi, sopra, sotto o “in mezzo” alla Natura e sempre misura di ogni cosa. Diversamente, il nostro punto di vista ci pone in un rapporto dove organismi e ambiente non sono entità separate ma parte integrante di una stessa trama. 


Una storia che passa attraverso quelle esperienze sensibili e concrete che ci portano a immergerci nell’ambiente. Non solo per godere della bellezza, apprendere strategie di vita più naturali o trovare un nuovo benessere ma per costruire una relazione.

Se teniamo a questo rapporto non possiamo disinteressarci dello stato delle cose. Se ci teniamo, possiamo tentare di cambiare i nostri comportamenti.


Ognuno di noi ha un ruolo da svolgere: interrogarsi sui propri modelli di consumo, per esempio. Insieme possiamo individuare i percorsi più adatti per mettere la qualità delle relazioni umane e il rispetto dell’ambiente al centro dei metodi di produzione, di scambio e di consumo. Perché quella che stiamo raccontando non è una storia chiusa, anzi. Tutti contribuiamo a scriverla e nessun finale è scontato.

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COMUNICATO STAMPA


“Beni confiscati senza tabù: la nuova legge deve partire bene”. Conferenza 3 marzo 2016

ore 15 Piazza Adriana, 3 Roma (sede A.N.M.I.G.)


Firenze 29.02.2016.- Il ddl n. 2134 sui beni confiscati, approvato in prima lettura alla Camera, va discusso al più presto a Palazzo Madama, in modo da arrivare ad una rapida approvazione.


Il fenomeno dei sequestri e delle confische è purtroppo in crescita esponenziale ed è quindi assolutamente urgente rivedere la normativa vigente per adeguarne gli strumenti in modo da rendere concreto ed esigibile lo spirito della legge 109/96, che aveva raccolto gli indirizzi della Legge Rognoni-La Torre sulle confische e sul riutilizzo a fini sociali dei beni sottratti alle mafie.


“Beni confiscati senza tabù. Un titolo impegnativo ma è necessario fare il punto sul tema importante dei beni confiscati mentre è in corso una nuova legge di riforma. La nuova legge deve partire bene . Non si deve, questa volta, perdere l'occasione”: così Salvatore Calleri presidente della Fondazione Antonino Caponnetto presenta l'iniziativa in programma il 3 marzo 2016, alle ore 15,  a Roma presso la sede ANMIG in Piazza Adriana 3. [locandina allegata]


Ne discuteranno, dopo l'introduzione di Salvatore Callleri,  l'on. Rosi Bindi, i senatori Luigi Gaetti,  Mario Giarrusso, Giuseppe Lumia e Franco Mirabelli. Con Loro anche Luciano Silvestri responsabile legalità della Cgil Nazionale. Le conclusioni sono affidate a Catello Maresca della DDA di Napoli

De Falco e Sottile, vittime sacrificali


di Simone Cerulli


La storia di due finanzieri vittime dei contrabbandieri


Acqua Chiara, pochi chilometri a nord di Brindisi. Sono più o meno le undici di sera di sedici anni fa, quando dei piccoli scafi attraccano e cominciano a scaricare la merce. Ad attenderli ci sono degli strani automezzi: semplici fuoristrada, dai quali però spuntano inconsuete protuberanze metalliche, che li fanno assomigliare a piccoli carri armati. Almeno uno di questi è sicuramente un Range Rover, al quale un ingegnoso meccanico ha agganciato  quella che ricorda la parte anteriore di un treno a vapore. Dalle imbarcazioni si comincia a scaricare, mentre chi aspettava da terra contemporaneamente riempie le macchine. Una volta finito, tutti si allontanano. A fari spenti, al buio, i convogli si avviano furtivamente verso l’entroterra, in direzione dei bunker. Nel frattempo, però, una squadra della Guardia di Finanza si muove per intercettarli: si tratta infatti di contrabbandieri, e i fuoristrada sono carichi di sigarette. Una delle piccole Fiat Punto corre verso la Statale 379, alle porte della città, e al chilometro 46 incrocia proprio la Range Rover.

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Giovanni Marchese, ucciso per il rispetto dei diritti dei lavoratori


di Mario Guido Faloci


Cinquantaquattro anni fa, l’assassinio del sindacalista d’Alcamo

Il 18 febbraio del 1962, come altre volte, dopo una giornata di lavoro e prima di dedicarsi alla sua attività sindacale, Giovanni si era recato al panificio di famiglia della moglie. Un po’ per dare una mano e un po’ per impratichirsi di quel tipo di lavoro, quando poteva vi si recava, poiché sapeva che nella sua attività sindacale, aveva “dato fastidio” e s’aspettava d’essere licenziato.


In quegli anni e in quelle zone, prima dello statuto dei lavoratori, non era insolito essere licenziati senza un chiaro motivo. Proprio per questo, Giovanni Marchese, temeva la stessa sorte di quei lavoratori che, da attivissimo sindacalista CGIL, cercava di tutelare.

Pensava che avrebbe perso il suo lavoro di bigliettaio, presso la compagnia di trasporti Segesta, non immaginava che avrebbe perso la vita.


Le indagini, come accadeva spesso allora, non portarono a nulla, poiché furono condotte in modo approssimativo, quasi rinunciatario, perché proprio l’onestà della persona e la sua normalità, nonché la diffusa omertà dei suoi concittadini, non davano molti indizi, da cui iniziarle.

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Il coraggio di un ambulante
A sedici anni dalla morte di Federico Del Prete, ucciso dalla camorra
Casal di Principe, 18 febbraio 2002. Sono circa le 19.30 e Federico, venditore ambulante e rappresentante del relativo sindacato...
di Massimo SalvoPrimo_Piano/Voci/2016/2/29_Il_coraggio_di_un_ambulante.html

FOTONOTIZIA


Carlo Gherardini


EIDOMENI è in Grecia ed è la località campestre dove si stanno ammassando molte centinaia di "fortunati" che sono sopravvissuti al tratto di mare verso la Turchia, hai vari blocchi e registrazioni e infine alla polizia greca che poi li ha fatti arrivare al filo spinato che chiude la Macedonia.

Nonostante la presenza di autorità e organizzazioni umanitarie la situazione è critica. Dove andranno questi siriani e iracheni ?

Tutti i giorni ma anche di ora in ora cambiano le decisioni delle varie autorità da qui all'Austria.

Questo potrebbe essere il campo di una Waterloo di tutta l'unione europea.

Fuocoammare: capolavoro del cinema e del pensiero 

I documentari di Gianfranco Rosi vincono i migliori Festival del Cinema internazionale. Vincono non nella Sezione Documentari, ma quali Miglior Film in assoluto di tutta la rassegna. 
di Riccardo TavaniArte_Cultura_e_Cinema/Voci/2016/2/29_Fuocoammare__capolavoro_del_cinema_e_del_pensiero.html
The hateful eight: solo un fottuto trucco di Tarantino

La scena finale del film lo confessa: si è trattato solo di un trucco. Quella fasulla lettera del Presidente Lincoln al Maggiore Marquis Warren racchiude in sé tutto il senso del film: da appallottolare e gettare via. 

Tarantino serra claustrofobicamente la grande epopea western dentro un unico ambiente chiuso, trasformandola in un dramma teatrale per interni, nel quale le armi da fuoco hanno diritto di parola più delle bocche vomitanti insulti degli odiosi otto protagonisti. 

di Riccardo TavaniArte_Cultura_e_Cinema/Voci/2016/2/29_The_hateful_eight__solo_un_fottuto_trucco_di_Tarantino.html
Sinossi del libro

Romanzo introspettivo con una leggera vena drammatica. Una donna, il suo passato, un segreto che diromperà fino a mettere a dura prova i già precari rapporti interpersonali. 
di Stefania LastoriaRubriche/Voci/2016/2/29_Sinossi_del_libro.html
"Un mare senza" 

Ci sono occhi che riescono a guardare quel lontano che non sappiamo percepire. Altri invece che, al contrario, sanno come  affondare la curiosità negli interstizi minimi della vita. 

Stefania LastoriaRubriche/Voci/2016/2/29_%22Un_mare_senza%22.html

Il Maestro e “Margherita”

di Maurizio Chiararia


“Guai alla penna senza fucile, guai al fucile senza penna”.

scritta sui muri di Trento, maggio 1968

  

“Il nome della rosa”, il primo e più famoso romanzo di Umberto Eco, che gli ha dato una grande notorietà internazionale, da cui è stato tratto un film di successo, contiene un particolare che a molti è sfuggito. E’ l’analogia che l’autore evidenzia tra due personaggi femminili distanti fra loro di secoli, al cui secondo Eco tende implicitamente a rendere omaggio con questa precisazione in un’intervista recente...

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“Adesso”, il ritorno nelle librerie di Chiara Gamberale

di Giusy Patera


La scrittrice romana Chiara Gamberale torna nelle librerie due anni dopo il successo di Avrò cura di te, il libro scritto a quattro mani con Massimo Gramellini, con un romanzo il cui titolo, Adesso, è la risposta alle tante domande che i protagonisti si pongono e che il lettore si trova a condividere. La storia di Lidia, presentatrice televisiva che riesce ad avere una famiglia solo se si tratta degli altri, e di Pietro, introverso preside di scuola che fugge al passato per non affrontare il presente, è infatti solo un pretesto per raccontare lo sconvolgimento e il turbinio di domande di chi inciampa nell’amore, che sia per caso o per “accanimento sentimentale”.

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