stampa critica
G I O R N A L I S M O I N D I P E D E N T E
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G I O R N A L I S M O I N D I P E D E N T E
Numero 04/2016
Massimo Salvo
Trentasei anni dopo la tragedia aerea spunta un inquietante reportage
Si scrive strage di Ustica, si legge strage di Stato. E’ questo quanto emergerebbe dal reportage che un giornalista francese, Emmanuel Ostian, ha condotto la scorsa estate e che è andato in onda qualche settimana fa, trasmesso anche da Canal Plus. In sintesi la teoria preminente è che quel 27 giugno 1980 fu un missile transalpino a centrare in pieno il Dc-9, l’aereo italiano sul quale viaggiavano 81 persone tra passeggeri ed equipaggio.
Il reportage di Ostian sembra dar credito alla versione che già circolava nelle ore immediatamente successive al disastro: il fatto, cioè, che quella sera, nei pressi del Dc-9, c’era anche un altro velivolo con a bordo nientemeno che Gheddafi. Entro quest’ottica, dunque, il bombardamento rientrerebbe nell’intento francese di far fuori il leader libico, dopo il cui fallimento, però, sarebbe stato necessario imporre il silenzio in coloro i quali avevano assistito all’azione, anche a costo di eliminarli.
Destano più di un sospetto, in effetti, le numerose morti delle principali personalità che con Ustica avevano in qualche modo a che fare, tra testimonianze dirette e indagini successive. E’ il caso, ad esempio, di Mario Alberto Dettori, che il 27 giugno era di turno, di fronte a quel radar dal quale vide tutto. Per lui, quei punti luminosi sugli schermi che saettavano intorno al Dc-9 non avevano segreti. Quando la mattina dopo tornò a casa, era agitatissimo. Con la moglie e la cognata si fece sfuggire solo alcune frasi: «Stanotte è successo un casino, qui finiscono tutti in galera. Siamo stati a un passo dalla guerra».
Oppure, ancora, come nel caso di Sandro Marcucci, l’ufficiale che stava indagando con discrezione sulla strage di Ustica insieme all’amico e collega Mario Ciancarella. Costui, che oggi fa il libraio, ricorda: «Dettori era agitato. Mi disse subito che eravamo stati “noi” a tirare giù quell’aereo. Alle mie domande rispose dicendo di aver paura, rimandando tutto a una conversazione dal vivo, perché altrimenti avrebbero potuto “farci la pelle».
Passò il tempo, ma non il peso sulla coscienza. Dettori fu trovato impiccato nel marzo del 1987; Marcucci morì in uno stranissimo incidente aereo in Toscana nel 1992. Lo stesso Dettori portava una felpa militare francese. Un abbigliamento che, stando a quanto emerso oggi, suona chiaramente come un segnale.
Ustica, ovvero la strage degli innocenti
lunedì 29 febbraio 2016