stampa critica
G I O R N A L I S M O I N D I P E D E N T E
stampa critica
G I O R N A L I S M O I N D I P E D E N T E
Numero 04/2016
Claudio Caldarelli
Il mio approccio alla vita è quello di un musicista, di un pittore, di un poeta: la gioia dev’essere il sapore dell’amore e la sua bellezza dev’essere assaporata come una ciliegia che al suo apice ha un’altra ciliegia. La bellezza siamo noi, ognuno di noi “è la bellezza” e le divinità si manifestano nella bellezza, quindi possiamo dire che noi siamo la divinità manifesta della bellezza che siamo.
La bellezza si manifesta ovunque, si esprime nel suono, in quella che si chiama musica, può essere espressa in parole e si chiama poesia, in ogni caso tutto è unito insieme in un unico centro, quel centro è il senso della bellezza. Noi percepiamo il senso della bellezza solo se “siamo bellezza” e non se abbiamo le labbra gonfie dal botulino e le rughe cancellate dall’acido ialuronico. La bellezza che noi siamo, si esprime nel nostro sorriso, nel saper cogliere la primavera quando ancora c’è la neve, nel ritmo del cuore che pulsa per ogni filo d’erba che ondeggia al vento.
Ma alle persone è stato insegnato a dissociarsi, a non sentirsi “bellezza”, a dividersi nella mente, nel corpo e nell’anima, così facendo si producono diversi tipologie di bellezza, che non riusciamo a soddisfare nonostante gli innumerevoli sforzi, nostri e dei centri estetici. Ma quando ci si sente “bellezza” non abbiamo bisogno del centro estetico, ma come dice il filosofo Lorenzino, noi che siamo bellezza, dobbiamo andare nel centro antiestetico, per essere un po’ brutti come coloro che vanno nei centri estetici a cercare la bellezza artificiale. Si va al centro estetico pe essere più belli, ma quando si è bellezza, andiamo sui prati a guardare le margherite che intonano per noi il canto della fioritura.
Quando si è bellezza, ogni istante della propria vita sarà colmo di essenza radiosa, di luce, di suono, di ritmo del cuore che zampilla come una fontana. Ogni istante della vita sarà un fluire intenso con la divinità che abbiamo dentro. Si è la totalità del Tutto. Vivere come totalità significa essere immersi nella beatitudine. Nella beatitudine viviamo la bellezza che appartiene al nostro corpo, alla nostra mente, alla nostra anime, cioè al Tutto, e non ha età. Non ci sono rughe o segni di decadimento nel Tutto che si manifesta, ma solo la bellezza percepita da chi ci sta vicino, che come noi è la bellezza.
La disparità avviene quando non si guarda con il cuore, solo allora chi non vive la bellezza non percepisce la bellezza: Non si vede bene che col cuore. Gli occhi vedono la materia, il cuore vede l’amore. Quando il cuore prende per mano il corpo, danzano insieme, mano nella mano. In questo modo piano piano affiora l’immensa sintesi in cui il corpo e l’anima si fondono e inizia una nuova vita, si diviene “la bellezza”. Si perde la forma e si entra nella sostanza, la sostanza della bellezza che ha la forma di un cuore grande come l’universo.
Siamo bellezza
lunedì 29 febbraio 2016