stampa critica
G I O R N A L I S M O I N D I P E D E N T E
stampa critica
G I O R N A L I S M O I N D I P E D E N T E
Numero 04/2016
Patrizia Vindigni
Boudoir disability, un progetto portato avanti da Portrait de femme, grazie a Valentina Tomirotti, giornalista, e a Micaela Zuliani, fotografa. L’incontro di due donne in un progetto e di due parole di solito distanti e diverse per il loro utilizzo e per la realtà a cui fanno riferimento. Un modo nuovo per sottolineare che si può avere sempre diritto alla seduzione, alla bellezza, al gioco e alla sessualità.
Un diritto che in alcuni casi sembra negato. Un corpo che diventa disabile a causa di un incidente, una malattia. Un seno in meno, gambe che restano immobili, per sempre, una cicatrice, diventano tutte ragioni perché gli altri distolgano lo sguardo, perché la sessualità di una persona sia ritenuta difficile se non impossibile.
Nelle foto scattate prendendo a soggetto donne con differenti disabilità tornano invece a fiorire sorrisi, occhi incantevoli, capelli morbidi che incorniciano volti di cui innamorarsi, labbra da desiderare.
Amare senza conoscere il limite culturale e mentale dato dalla disabilità. Si può amare un corpo perchè è il corpo di una persona che ci trasmette emozioni, che sa affascinarci con le parole, con qualcosa di particolare che non corrisponde necessariamente al “canone di bellezza”, stabilito da pubblicità e mode.
Probabilmente vivremmo tutti meglio, con meno insicurezze, se riuscissimo ad accettare i nostri limiti fisici, le nostre differenze, i nostri infiniti difetti, in un corpo che, per quanto perfetto, nella migliore delle ipotesi è solo destinato ad invecchiare.
Boudoir disability ha provato a lanciare un messaggio forte, armato del solo sorriso delle sue modelle. Un sorriso che è un invito a ricordare a ogni donna, ma anche ad ogni uomo, che femminilità e attrazione possono mantenersi e nascere anche quando qualcosa ha modificato la nostra immagine esteriore.
La bellezza rivelata
lunedì 29 febbraio 2016