stampa critica
G I O R N A L I S M O I N D I P E D E N T E
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G I O R N A L I S M O I N D I P E D E N T E
Numero 03/2016
Angelica Basile
All’inizio di febbraio un fatto di cronaca ha sconvolto l’Italia e, ancora una volta, si è trattato di un caso di violenza sulle donne. Carla Caiazzo, trentottenne di Pozzuoli, è stata aggredita dal compagno, che dopo una lite furibonda le ha dato fuoco. Agonizzante ma ancora viva, Carla cercava di scappare. Ad aggravare, se possibile, un fatto così terribile, la notizia che la donna era incinta all’ottavo mese di una bimba.
Sentite le urla, un vicino ha chiamato immediatamente polizia ed ambulanza e, quando sono arrivate le autorità sul posto, si sono trovate davanti uno spettacolo raccapricciante. Immediati i soccorsi: la corsa in ospedale di Chiara è finita con un parto cesareo d’urgenza. Giulia Pia ha aperto per la prima volta gli occhi sul mondo mentre sua madre lottava tra la vita e la morte per colpa di suo padre. Difficile immaginare un inizio tanto nefasto.
Sono passati più di dieci giorni da quella terribile vicenda e Carla oggi si trova ancora in rianimazione presso l’ospedale Cardarelli di Napoli, dove resta in condizioni gravissime. I medici non si sbilanciano, dicono che la giovane di Puzzuoli ha il 50% di possibilità di salvarsi. In ogni caso, è stata completamente sfigurata. L’uomo che amava, con cui aveva deciso di iniziare una vita insieme tanti anni fa, con un gesto le ha portato via la bellezza, la gioventù, il futuro. Agli inquirenti ha detto di essere stato preso da un attacco di gelosia, di aver scoperto che Carla lo tradiva e di aver pensato che togliendole l’arma di un volto angelico, avrebbe eliminato anche la possibilità che fosse guardata da altri uomini. Un discorso che nella sua follia ha una sua logica e che quindi mette ancora più paura.
Il caso di Carla Caiazzo è l’ennesimo di un amore malato finito in tragedia. L’ennesimo di un femminicidio sfiorato, l’ennesimo di una violenza immane che ricade su una donna per mano di chi le sta accanto. Il nostro Paese si tinge ogni giorno del rosso sangue di queste donne maltrattate, violentate, uccise. Spesso per gelosia, possesso. Spesso perché i campanelli di allarme non sono stati ascoltati. Ma un uomo che uccide non è un uomo che ama, un uomo che picchia non è un uomo che ama. È un uomo malato e va allontanato.
Carla Caiazzo, bruciata viva dall’uomo che diceva di amarla
lunedì 15 febbraio 2016