stampa critica
G I O R N A L I S M O I N D I P E D E N T E
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ASSOCIAZIONE STAMPA ROMANA
Sessant'anni fa un giovane Giulio Andreotti tacciava di sentimenti anti-italiani un capolavoro come Umberto D. di De Sica. Era quella un'Italia che si rialzava dalle miserie materiali e morali del secondo conflitto mondiale. Nel farlo c'era chi raccontava poeticamente la realtà e chi invece voleva trovare le giuste misure sartoriali all'articolo 21 della Costituzione.
Sorprende che in tutt'altro contesto si finisca ancora di parlare di anti-italianità se l'oggetto del contendere è una inchiesta televisiva che mette sotto la lente d'ingrandimento il cibo prodotto nel nostro paese, se in buona sostanza si guarda in faccia la realtà.
Il punto non è se l'inchiesta sia fatta bene o male, se i cittadini si nutrano bene o male con conseguenze sulla salute (siamo ciò che mangiamo, verrebbe da ricordare) ma se colpisca gli interessi dell'industria italiana. Per questo motivo una lettera di richieste di chiarimenti da parte di Paolo Barilla, presidente di Aidepi (associazione dei produttori di dolci e paste italiane) per l'inchiesta di Alessandro Gaeta sui veleni nei nostri piatti, trasmessa da Speciale tg1, premiata dagli ascolti, viene inviata non solo ai vertici della redazione e della Rai ma anche a Matteo Renzi.
Gaeta subisce anche richieste di danni da parte di Milano Ristorazione, società del comune di Milano che gestisce le mense per i più piccoli, non sempre al di sopra di ogni sospetto secondo le cronache.
Siamo certi che il servizio pubblico non intenda abdicare, nel pieno rispetto di leggi e deontologia professionale, al proprio ruolo centrale di rivelatore di fatti, anche scomodi, ma utili per informare i cittadini.
Renzi spieghi alle imprese e ai cittadini italiani che la libertà di informazione è un valore intoccabile della democrazia e che sbaglia chi pensa di appellarsi al Governo perché la limiti.
Segreteria Associazione Stampa Romana
COMUNICATO
lunedì 15 febbraio 2016