stampa critica
G I O R N A L I S M O I N D I P E n D E N T E
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G I O R N A L I S M O I N D I P E n D E N T E
Numero 04/2016
Barbara Polidori
L'appassionante esplorazione della vita di Lili Elbe nell'ultimo film di Tom Hooper in una metamorfosi spirituale e in un viaggio alla ricerca di se stessi
Copenhagen, primi anni Venti. Nel pieno fermento artistico-culturale dell'epoca, la capitale scandinava fa da sfondo a due giovani artisti, Gerda ed Einar Wegener, una delle coppie più invidiate dell'alta società. Perché entrambi sono pittori d'indiscutibile bravura, ma soprattutto perché emanano felicità stando insieme: nessuno può immaginare che fra i due coniugi si celi, in realtà, un inconfessabile segreto. Einar, pittore paesaggista, è fra i due quello che riscontra più successo fra gli estimatori, il suo tratto è delicato, introspettivo, nei suoi quadri ricorrono temi intimisti e riflessivi. È questo che piace al pubblico dell'epoca. Sua moglie Gerda, invece, si focalizza su ritratti di donne che, per quanto belli, mancano di quella scintilla che permetta alla sua arte di brillare nel panorama intellettuale danese. L'occasione è offerta dall'assenza di una modella. Gerda, alla ricerca di un soggetto per il suo ritratto, chiede al marito di assisterla nella realizzazione del quadro indossando abiti da donna. Un gioco nato per caso, mosso da curiosità innocente, così come innocente è il desiderio che guiderà più avanti Einar nel seguire il suo destino. In questa storia, un romanzo biografico di grande dolcezza, l'ispirazione artistica non coincide necessariamente con la propria realizzazione, anzi le due rotte seguono direzioni opposte. Il cambiamento del protagonista porta infatti al progressivo abbandono di una vita apparentemente perfetta, che altro non era se non la falsificazione dietro cui nascondeva i suoi più intimi segreti. Einar, per realizzare se stesso, dovrà allora abbandonare il pittore di successo e divenire ciò che è: Lili. Solo assecondando la propria natura farà della sua vita un'opera d'arte, scontrandosi per la prima volta con il sincero gusto del pubblico. Per portare alla luce Lili, darà voce alla propria spiritualità abbattendo i suoi conflitti interiori, che faranno poi da motore alle vicende del film. Einar comincia così a vestirsi da donna, studiando i gesti e le movenze delle signore per le strade portuali di Copenhagen, una ricerca del candore che accompagna però anche lo spettatore, svelando un mondo femminile fatto di delicatezza e grazia, ma anche di forza, determinazione e carattere, come quelli che Gerda Wegener dimostrerà nel far da scudo a suo marito, quando le rivelerà di essere un trasgender. "The danish girl" è un film quantomai attuale, non solo in linea con il dibattito di questi giorni, ma perché racconta un ribaltamento degli stereotipi sessuali rivoluzionario per quegl'anni: una donna libera ed indipendente, un uomo che mette in discussione la sua virilità per far spazio alla sua vera natura. Per essere negli anni Venti, si tratta di una sfida epocale: nessuno, fino ad allora, si è mai trovato di fronte ad un uomo che sente nel profondo di essere donna, o di una pittrice che affonda la sua arte nel trauma personale e coniugale. È una sfida anche per l'attore Eddie Redmayne che s'improvvisa brillantemente donna, evocandone la fragilità e al contempo l'ardore con una naturalezza mai banale. Perché, difatti, la storia di Lili Elbe, così come ce la racconta su pellicola Tom Hooper, di per sé non ha nulla di scontato e merita di essere evocata con dignità e rispetto. Lili Ilse Elvenes è stata infatti la prima persona nella storia a sottoporsi a un intervento chirurgico di riassegnazione sessuale e ad essere identificata come transessuale. Nel 1930, andò in Germania per sottoporsi ad un intervento chirurgico all'epoca ancora in via del tutto sperimentale. Da quell'operazione, la donna si sottopose a ben altre cinque nell'arco di due anni. Morta nel 1931 a causa di complicazioni, tre mesi dopo la sua quinta e ultima operazione per il trapianto dell'utero, Lili Elbe oggi rappresenta un'icona per il movimento trasgender: i suoi diari, che compaiono anche nel film, sono d'incoraggiamento ed ispirazione nella lotta sui diritti dei transessuali. Una lotta personale che trae origine dall'arte così come chi cerca, dal moto interiore che lo anima, di liberare il quadro soggettivo ed intimamente complicato della propria vita, da mettere tutta in discussione. E da ridipingere con i propri colori.
The Danish Girl
lunedì 29 febbraio 2016