stampa critica
G I O R N A L I S M O I N D I P E n D E N T E
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G I O R N A L I S M O I N D I P E n D E N T E
Numero 04/2016
Sara Di Paolo
Sesso e chiesa. Anni di verità nascoste, punti interrogativi, situazioni taciute. Centinaia di polveroni alzati, coperture, istinti difficili da tenere a freno.
Da san Paolo a Lutero, dalle lettere ai Corinzi alla realtà 2.0. Ci siamo davvero evoluti?
Vincitore dell’Oscar come miglior film dell’anno, “Il caso Spotlight” è arrivato nelle sale, proprio nel momento giusto. Come una di quelle prove di cui si è in possesso e che si tarda a sfruttare. Come uno di quegli indizi che emergono all’improvviso e ti fanno ritrovare il bandolo della matassa.
Da un lato il mondo cattolico, la sua impronta; dall’altro il vecchio modo di fare giornalismo. Quel modo passionale ormai perduto, fatto d’inchieste che ti entrano dentro e notti insonni passate ad assecondare un pensiero martellante.
Una produzione vera come la sua storia, che in 128 minuti presenta una vicenda che era necessario raccontare e tenta di fare da sprone.
Redazione, tanta redazione. Telefoni che squillano, scrivanie, trasporto e lacrime celate. Mescolate a racconti di vite devastate agli albori e sfumate all’orrore di un’istituzione che professa ciò che non è. Da secoli. Senza remore, o un briciolo di coscienza subdolamente decantata.
Una pellicola difficile, forse lenta ma con una tempistica spiazzante. Misurata e allo stesso tempo capace di ripercussioni enormi. Giunta nel nostro paese a qualche mese dallo scandalo “Vatileaks” e perfettamente in linea con un dato di fatto incontrovertibile. Mascherato tra le mura vaticane. Sotto un clero ribelle alle linee di condotta e un Papa “personaggio”, che tenta di salvare il salvabile a differenza del suo predecessore.
Una Boston composta e universale, in un racconto che evita “crociate” e che intrattiene e divulga nel modo migliore. Al di là della fede. Al di là della nostra realtà attuale che ancora temporeggia e si mostra palesemente impreparata sotto diversi fronti. Unioni civili in primis.
Miti che semplicemente si sgretolano e giustizia senza sconti. Ma d’altra parte, perché McCarthy avrebbe dovuto farne?
Il caso Spotlight. Quando il giornalismo si fa cinema
lunedì 29 febbraio 2016